“Qualche giorno fa ero in una scuola del Sud dove i libri di testo sono stati sostituiti da un libro che studenti e docenti realizzano assieme, destinando all’acquisto dei computer i soldi risparmiati. Bene, quei ragazzi hanno portato in casa dei pc e stanno insegnando Internet a genitori e nonni. È un processo che non si ferma”. Internet, quindi, identifica l’azione democratica che trasformerà il Paese. “Tutti devono essere coinvolti, anche se le tecnologie non sono ottimali”; per questo occorre privilegiare gli spazi pubblici. L’Open Data è un problema di cultura” (…) Vorrei che il mio ministero diventasse un esempio di buone pratiche che possono diventare patrimonio di tutti (…)
In tempi brevissimi – confida il ministro – faremo un primo prototipo per la scuola che con 800mila docenti, 8milioni di studenti e 30milioni di persone coinvolte ha più bisogno di comunicare in modo nuovo”. In quanto ai fondi “studiamo le modalità di finanziamento con la Cassa Depositi e Prestiti. Nel frattempo nei prossimi giorni uscirà un primo bando da 200 milioni sulle comunità intelligenti, riguarda 8 regioni del Sud: ogni regione dovrà specializzarsi su un settore. A fine primavera toccherà al Centronord. Se i prototipi funzionano, cambia il Paese”. Per concludere: “Se saremo bravi nasceranno tante startup tecnologiche che, con un po’ di capitale di rischio che stiamo trovando, possono diventare imprese solide e formare nuovi distretti industriali. Anche qui, serve una svolta culturale: il nostro ruolo è formare bravi cittadini del mondo che fra le altre cose siano capaci non di trovarsi un lavoro, ma di creare lavoro”.
da euroedizioni.it